"Nicky Persico" - Un narratore alla corte dei big - Sulle orme di Giorgio Faletti
"Il Resto Tv - mar 2013"
NICKY PERSICO: UN
NARRATORE ALLA CORTE DEI BIG
SULLE ORME DI
GIORGIO FALETTI
-UNA SCRITTURA
'CINEMATOGRAFICA'
-RACCONTARE LA
PUGLIA NASCOSTA
-I FIORI PIU'
BELLI CRESCONO NEL DEGRADO
-CON PERSICO NASCE
LO 'SMART-THRILLER'
Il percorso
letterario di Nicky Persico è indubbiamente travolgente. Basti
considerare che esordisce nel giugno 2010 con un breve libro, edito
in Italiano e Inglese, dietro esortazione di Lara Cardella.
Il racconto,
"Starlet", riscuote un immediato successo, e viene
presentato nel mese successivo al festival "Il libro possibile"
di Polignano a mare.
Successivamente il
suo percorso di scrittura prosegue con altri brevissimi racconti
("Thomas Rei", "Pembaca") e con il suo primo
romanzo, che viene pubblicato da una piccola casa editrice locale.
Meno di due anni
dopo l'esordio, quindi, viene ammesso con tutti gli onori alla
scuderia della casa editrice Baldini Castoldi Dalai. Con questa
prestigiosa casa che ha lanciato scrittori come Giorgio Faletti,
infatti, nel dicembre 2011 Persico firma un contratto di cui non si
ricordano precedenti per un esordiente, con il quale la s.p.a.
Milanese lo ingaggia per tre romanzi, partendo dalla riedizione del
primo che dopo un attento lavoro di editing ad opera di
professionisti di rango della letteratura, tra cui Francesco Colombo
ed Antonella Fassi, che si sono presi cura tra gli altri dello stesso
Faletti, di Aldo Busi, e altri esponenti di spicco dell'universo
librario, 'Spaghetti paradiso' ritorna in grande stile mantenendo lo
stesso titolo.
Nel volgere di una
manciata di mesi, quindi, questo autore brucia le tappe e spicca il
gran salto. Lo stile narrativo di Persico, va detto, si fa
immediatamente notare: nel frattempo da un altro suo breve racconto
che ha come protagonista una ragazza diversamente abile, "Teresa
Dondolava", viene realizzato un cortometraggio con colonna
sonora omonima originale dei "Camillorè" che riscontra
ampiamente il favore del pubblico: una brevissima storia nella quale
riesce a raccontare la periferia urbana, il degrado e la disabilità
con una sbalorditiva delicatezza, pur entrando nel profondo del tema.
Il dato saliente
di questo autore, quindi, emerge chiaramente come la straordinaria
capacità narrativa, contraddistinta da prospettive visuali ardite e
tanto originali da apparire praticamente impensabili.
E in questo è
anche agevole individuare le ragioni dell'ingaggio a lungo termine di
casa Dalai, che oggi lo annuncia come creatore di un nuovo genere
letterario ribattezzato 'smart thriller', grazie alla sua capacità
di affrontare tematiche molto profonde e oscure (il tema del primo
romanzo è lo stalking) riuscendo però a stemperarle con l'ironia ed
una sottile forma di humour, così creando atmosfere del tutto
originali, inedite e accattivanti.
La classificazione
individuata nella dizione “smart-thriller”, a leggere il romanzo,
appare decisamente appropriata: Persico, in “spaghetti paradiso”,
riesce a creare una tanto difficile quanto riuscita alchimia tra
ironia, suspence, humour e approfondimento dal risultato
straordinariamente piacevole alla lettura. A questo si unisce uno
stile estremamente scorrevole e da molti definito 'cinematografico'
(numerose e univoche le recensioni entusiaste collezionate nel pur
brevissimo primo periodo di permanenza in libreria con la precedente
edizione), che coinvolge il lettore in modo significativo. A conti
fatti non è eccessivo parlare già oggi, riferendosi a Persico, di
talento puro. Le affermazioni già ottenute, del resto, ne
costituiscono piena conferma.
Nicky Persico,
inoltre, è decisamente poliedrico: e se ne ha conferma a guardando i
relatori del primo giro di presentazioni: si passa con disinvoltura
da esponenti del gotha forense a comici di fama.
Dal 5 marzo,
quindi, “spaghetti paradiso” è nuovamente in libreria, e ne
segue un lancio in grande stile, con alcuni appuntamenti già
calendarizzati a Bari, Milano, Roma, Bergamo e Bologna.
Persico, ex
steward di una grande compagnia aerea, è avvocato ma anche
giornalista pubblicista e ha esperienze da attore (in “2061” di
Vanzina, ad esempio), da co-regista (“Transponder”) e
sceneggiatore (“Transponder” e “Teresa dondolava”, dei quali
è autore anche del soggetto)e di scrittura ed altri ruoli
nell'ambiente della comicità. Non ultima la sua passione per la
fotografia: è già in programma, nei prossimi mesi, la prima mostra
personale.
D: Lei racconta
gli ultimi, il degrado, la violenza: eppure riesce a farlo con grande
leggerezza, con sottile ironia, e fornendo visioni incoraggianti. Da
dove nasce questa capacità?
R:
Dall'esperienza, prima di tutto. Ho fatto molte cose, nella mia vita,
e tante situazioni le ho vissute direttamente. Io mi sono sempre
definito una persona 'dell'ultimo banco', e questo mio angolo visuale
lo rivendico orgogliosamente. Ho imparato ad osservare le sfumature,
i piccoli grandi eroi che ci circondano, e li racconto per quello che
sono. Esistono, sono intorno a noi, e basta saper guardare per
trovare la loro immensa forza nella quotidianità. E' un universo
straordinario: quello delle persone. E' fatto di sacrifici e
solidarietà anche nella sofferenza, senza blasoni, titoli,
riconoscimenti o pompose celebrazioni. E' questo il mondo in cui mi
identifico e riconosco da sempre. E lo racconto.
D: Nella sua vita
ha fatto tante cose, apparentemente molto differenti tra loro. Si
sente uno scrittore, adesso?
R: E' giusto dire
'apparentemente', perchè in realtà ogni cosa fa parte di un unico
percorso di vita. Non lo so ancora se sono davvero uno scrittore, ma
di sicuro mi sento un narratore. Descrivo quello che vedo intorno a
me, e c'è davvero tanto da raccontare. Come diceva Bukowski “la
gente è il più grande spettacolo del mondo, e non si paga il
biglietto”. Basta fermarsi, ogni tanto, e osservare con cura,
attenzione, e un po' di cuore per scoprire interi universi che
abbiamo sempre avuto sotto gli occhi, e che non siamo riusciti a
vedere. Non bisogna perdere questa occasione, secondo me, e io
suggerisco in quello che scrivo alcuni frammenti di vita che sono
delle vere e proprie opere d'arte, perché incarnano la bellezza
dell'animo umano e soffro al pensiero che potrebbero andare perduti.
Con la scrittura, come con la fotografia, cerco di fermarli, e di
comunicarli.
D: Grazie a lei
alcuni scorci poco conosciuti della Puglia saranno conosciuti in
tutta Italia, e forse nel mondo. Molte persone conosceranno
l'esistenza del 'mal di Puglia' e forse verranno a respirare le
atmosfere che tanto bene racconta nel suo romanzo. Ci aveva pensato?
R: No, però ne
sono felice ed orgoglioso. Io amo questa terra. Profondamente. E' una
miniera da scoprire e da valorizzare, a partire da come la viviamo e
la comunichiamo. E se riuscissimo a coltivare in termini ancor più
diffusi e concreti l'innato senso di ospitalità che ci
contraddistingue, da un punto di vista turistico non avremmo rivali.
Abbiamo tutto quello che ci serve per riuscire: prendiamocelo, una
buona volta. Vivere in Puglia è una fortuna, e lo dicono tutte le
persone che ci sono venute a visitare. Valorizziamola.
D: Il suo scrivere
è cinematografico, e hanno già tratto un cortometraggio da un suo
racconto. Cosa c'è nel futuro di 'Spaghetti paradiso', e in quello
di Nicky Persico?
R: Questo
argomento è ancora un tantino 'top secret'. Ma del resto il libro è
uscito da pochi giorni, ed è ancora presto per parlare di evoluzioni
sullo schermo. Il percorso però è iniziato, e se ci saranno novità
concrete voi sarete i primi a saperlo. Prometto.
Il consiglio,
naturalmente, è di leggere 'Spaghetti Paradiso'. E', senza enfasi,
un libro stupendo e travolgente. Riuscirete a scoprire insospettati
legami tra mafia, macchie di vino sui pantaloni, violenza
psicologica e piante in talea.
Incredibile, ma
molto vero. Come il suo autore.