Recensioni su blog 5

Sfogliavo il libro dei sogni a occhi aperti, a volte quello dei ricordi, e a volte entrambi, in quei frangenti. E pensavo: sei qui, ora. E tutto questo non tornerà più.
Ho trovato questo libro girovagando per il reparto “Libreria” di un ipermercato, sarà stato il titolo, decisamente insolito, sarà stata la copertina (anche se un libro non si giudica mai dalla copertina) o sarà stato il profumo delle pagine (che potrebbe contribuire con la decisione di comprare un libro di cui non si è mai sentito parlare), fatto sta che la curiosità era tanta e che alla fine ha avuto la meglio sul mio portafogli.
Anche se avevo iniziato da poco un libro di Sorrentino, la voglia di scoprire cosa contenevano queste pagine è stata più forte, quindi ho subito iniziato a scoprire cosa dicevano:
Alessandro è un praticante avvocato, lavora gratis per uno studio di un avvocato piuttosto importante (primo punto in cui ho trovato una somiglianza con la mia vita, visto che sto lavorando gratis anche io!) e si trova tra le mani i casi di due donne perseguitate dai propri compagni. Da questi casi la voce narrante, che coincide con la voce del protagonista, comincia, con l’aiuto di un’amica, Lara, giovane donna che crea e dirige un centro per donne maltrattate, a scoprire e spiegare in cosa consistono le persecuzioni per Stalking.
Al giorno d’oggi si usa molto questa parola, ma sappiamo veramente cosa significhi? Da questo libro ho imparato molte cose al riguardo, soprattutto le questioni psicologiche che spingono il persecutore a continuare a maltrattare la vittima, e il perché la vittima non riesce a denunciare o a “staccarsi” da chi le fa del male (anche qui mi sono potuta ritrovare sotto alcune questioni narrate).
Durante la narrazione, le questioni psicologiche si intrecciano alla vita quotidiana di un ventenne alle prese con la vita, con l’amore e con il lavoro, il tutto incorniciato in meravigliosi panorami pugliesi: sole, mare e un po’ di musica che il protagonista ascolta e il narratore riporta, in modo accattivante, tra le pagine. (Personalmente amo quando gli scrittori, oltre alla descrizione degli ambienti raccontano anche quale musica ascoltano i personaggi mentre guidano, corrono, o vivono la loro “vita”).
Finalmente un libro, di un esordiente, che tiene incollati alle pagine fino alla fine, anzi, verrebbe quasi voglia di leggere un capitolo in più, ma la bravura si misura anche nel saper far finire la storia quando è giusto che finisca, senza aggiungere dettagli che renderebbero il finale prolisso.
Le parole impiegano tempo, e quelle sprecate provocano uno sforzo ulteriore nell’interlocuzione, una dispersione di concetti, un effetto domino che rende immotivatamente più faticoso qualsiasi confronto.